Ruth Bader Ginsburg, studiosa, avvocato, giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti, icona femminista e personaggio pubblico tra i più celebri d’America è morta venerdì all'età di ottantasette anni.
Nata nel 1933, l'anno in cui Eleanor Roosevelt diveniva First Lady, Ginsburg ha testimoniato e sostenuto le battaglie per la parità di genere ed ha svolto un’opera monumentale per affermare il riconoscimento di questa da parte della legge.
Il cambiamento che Ginsburg ha introdotto nel sistema giuridico e nella politica americana è iniziato mezzo secolo fa ed è necessario misurare la distanza tra oggi e allora per comprendere l’importanza del suo operato.
Studentessa brillante, si appassionò al campo del diritto in un'epoca in cui solo tre professionisti su cento nell’area legale, e meno di duecento dei diecimila giudici della nazione, erano donne.
Nel 1971 Richard Nixon, in affanno sulle questioni di de segregazione, prese in considerazione l'idea di nominare una donna come giudice della Corte Suprema. Si trattava di una mossa politica messa in atto per guadagnare un numero cruciale di voti alle elezioni ma egli era convinto che le donne non dovessero neanche essere istruite, o "mai avere il permesso di votare”, e del resto l’opposizione fu talmente forte (il presidente della Corte Suprema Warren Burger, in un impeto di rabbia, disse a Nixon che, se avesse nominato una donna, si sarebbe dimesso), che alla fine Nixon chiamò un uomo.
All’epoca di quei fatti, Ruth Bader Ginsburg lavorava come volontaria per l'A.C.L.U (Unione Americana per le Libertà Civili); dopo la laurea, infatti, nessuno studio legale di NY aveva voluto assumerla perché donna. Anziché rassegnarsi alla discriminazione, ella si mise a studiarla. All’ A.C.L.U le capitò un caso destinato a fare storia e a lanciare la sua carriera: Reed contro Reed.
Il caso Reed v. Reed, 1971
Reed v. Reed era un controverso caso di discriminazione di genere in materia di successione; invocava una legge dello stato dell’Idaho in base alla quale, nell’amministrazione dei beni (nella fattispecie si trattava dell’amministrazione dei beni del figlio defunto della coppia), "i maschi devono essere preferiti alle femmine".
Ruth scrisse la memoria difensiva e la decisione di quel procedimento capovolse un secolo di orientamento nella giurisprudenza americana: per la prima volta nella storia la Corte Suprema applicò la Clausola di Pari Protezione del Quattordicesimo Emendamento per eliminare una legge che discriminava le donne.
Solo un anno dopo il processo, R.B.G – e fu la prima donna a farlo – ottenne la cattedra alla Columbia.
All’A.C.L.U ebbe modo di patrocinare 300 cause di discriminazione, di cui 6 davanti alla corte suprema.
Nel 1980 il Presidente Carter la nominò giudice della Corte d’appello e nel 1993 arriva, con l’amministrazione Clinton, alla Corte Suprema.
Moderata nelle espressioni, profonda sostenitrice del principio di collegialità, attentissima a misurare le parole, Ginsburg sosteneva l’importanza del contraddittorio onesto, del dissenso rispettoso ma espresso con fermezza. "Un contraddittorio efficace", scrisse, "fa emergere tesi differenti senza mettere a repentaglio il principio di collegialità o il rispetto e la fiducia del pubblico nella magistratura".
Durante gli ultimi due decenni di attività, Ginsburg ha tenuto conferenze davanti a migliaia di persone, ha pubblicato una biografia best seller, è entrata nella cultura popolare grazie ad una divertente imitazione nel Saturday Night Live, è entrata nella lista delle 100 donne più influenti del pianeta; tutto ciò mentre combatteva un cancro al colon (diagnosticato per la prima volta nel 1999), un cancro al pancreas (2009); subiva un intervento chirurgico al cuore (2014), un intervento chirurgico per tumori maligni al polmone sinistro (2018) radiazioni per il ritorno del cancro al pancreas (2019).
Raramente ha perso un giorno di lavoro. Sostenne Hillary Clinton alle elezioni del 2016 e, certa della sua vittoria, resistette alle richieste di andare in pensione durante il secondo mandato di Obama, quando avrebbe potuto nominare un giudice liberale come suo successore.
Per farsi una idea del monumentale apporto di R.B.G alla causa della parità di genere consigliamo di leggere il tributo che l’ACLU, l’associazione dalla quale partì la sua lunga marcia per l’avanzamento del riconoscimento dell’uguaglianza di genere le ha dedicato
https://www.aclu.org/other/tribute-legacy-ruth-bader-ginsburg-and-wrp-staff